Vai al contenuto principale
Logo Fineco Bank

Sai quante aziende sono entrate e uscite dall’S&P500 nell’ultimo anno?

Data pubblicazione: 27 marzo 2025

Autore:

Wealthype.ai per Fineco Bank
Rappresentazione visiva dell'articolo: Sai quante aziende sono entrate e uscite dall’S&P500 nell’ultimo anno?
  1. Gli indici cambiano nel tempo: alcune aziende entrano, alcune escono, altre vengono delistate.
  2. Per chi punta tutto su un unico titolo, un delisting può avere conseguenze pesanti.
  3. Puoi proteggerti da questo rischio. In che modo? Diversificando i tuoi investimenti.


L’S&P 500 CAMBIA VOLTO NEI DECENNI

Le prime 10 aziende dell’indice per capitalizzazione di mercato

88449c15-f678-4825-9476-8df4c6ff5c3a_20250327.webp

Fonte: Visualcapitalist.com su dati Statista, Data Is Beautiful, RIAA, Goldman Sachs Global Investment Research


Dici S&P 500 e subito la mente corre alle Magnifiche Sette – i grandi titoli tech come Nvidia, Amazon, Tesla, Meta, Apple, Alphabet e Microsoft. Il listino USA, però, non è sempre stato così come lo conosciamo oggi, anzi. La conformazione attuale è piuttosto recente, basti pensare che Tesla è stata fondata nel 2003 e si è quotata nel 2010, ma è entrata nel “club” delle 500 grandi aziende statunitensi in Borsa soltanto alla fine del 2020.


Guardando a un orizzonte temporale più ampio, tra gennaio del 1995 e giugno del 2021 il principale indice azionario statunitense ha completamente cambiato pelle, considerando che le società sostituite sono state in tutto oltre 700: nello specifico, 715 nuovi ingressi e 711 uscite (1). Nel solo 2024, i cambiamenti sono stati 14 (2). Tutto ciò è perfettamente normale: la composizione degli indici (non solo quello delle big statunitensi) si trasforma nel tempo poiché riflette l’evolversi dell’economia.

Perché alcune aziende escono dagli indici?


Le motivazioni sono diverse. Prendiamo ancora come riferimento l’S&P 500: è un indice pensato per rappresentare le maggiori e più influenti aziende dell’economia statunitense e per continuare a farlo deve necessariamente trasformarsi, inserendo le nuove realtà che man mano guadagnano la ribalta e rimuovendo quelle che invece non rispettano più determinati criteri. Il processo di selezione è guidato da un comitato di S&P Global, che si riunisce con cadenza trimestrale per fare gli aggiustamenti del caso sulla base di standard ben precisi.


Può però succedere anche che una certa società esca da un indice perché viene delistata. Cosa significa? Significa che smette di essere quotata sul mercato e torna a essere privata. Una decisione che scatta per diversi motivi: non tutti sono così drammatici, ma tra di essi compare anche l’imminente fallimento. Sulla nostra Borsa, per esempio, nel 2024 si sono consumate 22 quotazioni e 28 delisting (3), con il numero totale di società quotate sulla piazza di Milano che è sceso a 421 unità dalle 427 dell'anno prima.


AZIONI QUOTATE E DELISTATE SU BORSA ITALIANA DAL 2021 A OGGI

cf29d574-b225-47c2-8632-ce7954e19334_20250327.webp

Fonte: Valuetrack


Molto probabilmente, un investitore che investe in quote di fondi comuni o in prodotti che riflettono l’andamento di interi indici nemmeno si accorge di tutti questi cambiamenti. Ma il tema potrebbe avere una certa rilevanza per chi invece acquista singole azioni, azioni che magari un giorno vengono rimosse da un indice o addirittura delistate. Lasciando l’investitore con il cerino acceso in mano.


LE MOTIVAZIONI DEI DELISTING NEL 2024

905e6a54-f1e1-4a7e-aef1-49ea4166a758_20250327.webp

Fonte: Valuetrack


Cosa succede alle aziende che escono dagli indici?


Se un titolo viene rimosso dall’S&P 500 perché – come dicevamo - non rappresenta più la “punta di diamante” dell’economia USA, probabilmente va a finire in un indice minore, come l’S&P 400 o l’S&P 600. Insomma, non sparisce nel nulla. Peraltro, diversi studi recenti sembrano mostrare anche un progressivo indebolimento del cosiddetto “effetto indice”, per cui quando un titolo viene compreso nell’S&P 500 vede “magicamente” lievitare le sue quotazioni.


L’EFFETTO INDICE SI STA INDEBOLENDO?

Il grafico mostra l’eccesso (o il difetto) di rendimento mediano rispetto all’S&P 500 di un campione di società aggiunte o rimosse dall’indice (dalla data dell’annuncio/rimozione fino alla data effettiva)

1ad9ed06-e9eb-4103-a6ab-0f9c4ee91f5e_20250327.webp

Fonte: S&P Dow Jones Indices, Factset. Dati in %


Però, diciamolo: l’ingresso e la permanenza in un club “prestigioso” come quello dell’S&P 500 (o un altro grande indice) conferisce maggior visibilità e autorevolezza all’azienda, oltre a renderla più facilmente negoziabile. È, insomma, percepito come sintomo di successo. Specularmente, la sua rimozione ha un po’ il sapore di una perdita di smalto, una sorta di incapacità dell’azienda di stare al passo con i tempi.


Succede poi, come accennato, che una società esca da un indice per effetto di un delisting e che quindi non sia più negoziabile sui mercati regolamentati. Ora, se la decisione di inserire o rimuovere un titolo da un particolare indice è esclusivo appannaggio della società che quell’indice lo gestisce, il delisting può invece essere di due tipi: volontario (quindi deciso dalla società) o forzato (imposto dagli enti regolatori).

63ce04cb-d418-4686-9a6e-99fb3efbae26_20250327.webp

Cosa significa il delisting per un investitore?


Quando una società viene delistata, gli investitori possono ancora detenerne le azioni. Non possono più venderle in Borsa, ma soltanto su mercati non regolamentati (OTC), che tipicamente sono meno liquidi e con spread tra domanda e offerta più ampi.


Se il delisting è forzato, è probabile che la società abbia grossi problemi (finanziari o giudiziari) e che questo comporti un forte calo dei prezzi, mentre in caso di OPA i piccoli azionisti ricevono solitamente un’offerta di acquisto dal nuovo azionista di maggioranza.


Un altro fattore da considerare è che una società non quotata non è più soggetta a tutta una serie di obblighi di comunicazione verso il pubblico e quindi potrebbe diventare più difficile per gli investitori ottenere informazioni affidabili sulla sua situazione finanziaria. Insomma, la trasparenza potrebbe scemare un po’.


Proteggersi dai rischi con la diversificazione


Per un investitore che sceglie di puntare tutti i suoi risparmi su un unico titolo, la possibilità concreta che questo finisca per essere rimosso da un indice perché “superato” o, peggio, che venga delistato per problemi giudiziari o fallimento, rappresenta un problema significativo. Ma evitare un simile rischio si può, applicando la regola d’oro degli investimenti: cioè, la diversificazione.


Per un investitore con un portafoglio diversificato su differenti aree geografiche e settori, infatti, l’uscita di un titolo da un indice, un delisting, anche un fallimento, contano come una goccia nel mare. Investendo su un intero indice azionario, per esempio, si può beneficiare della sua crescita restando al passo con i cambiamenti dell’economia, senza nemmeno percepire gli eventuali cambiamenti nella sua composizione.


La mediazione di un fondo – di cui eventualmente si possono sottoscrivere le quote in modo graduale – aggiunge un bel tot di mediazione e di tutela in più: così facendo, un’uscita di scena che può essere una vera e propria scossa tellurica per chi ha puntato tutto su quel titolo (ricordi i casi Cirio e Parmalat di inizio millennio?) colpiscono l’investitore con la leggerezza di una brezza serale. Ci si può anche beccare un raffreddore, ma dopo un paio di giorni si sta di nuovo bene. L’antivirus, in questo caso, si chiama, appunto, diversificazione: non dimentichiamocelo.



(1) https://www.spglobal.com/spdji/en/documents/research/research-what-happened-to-the-index-effect.pdf

(2) https://www.bankrate.com/investing/s-p-500-stocks-list-of-additions/

(3) https://media.licdn.com/dms/document/media/v2/D4D1FAQGXtB3YmhFU0g/feedshare-document-pdf-analyzed/B4DZSsLF3xGcAY-/0/1738055378369?e=1743033600&v=beta&t=BYxcOE8R4K6GM3U_8tKL-lVYvSNTGzbIlY2HBNMVNLI

Disclaimer

Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. I contenuti degli articoli pubblicati sul presente sito sono redatti da Financialounge.com, dal content team di Wealthype.ai o TrueNumbers.it. Fineco non si assume alcuna responsabilità in merito alla correttezza, completezza e veridicità delle informazioni fornite. Il contenuto degli articoli pubblicati sul sito Fineco non rappresenta in alcun modo una ricerca in materia di investimenti, né un servizio di consulenza in materia di investimenti nè attivita' di offerta al pubblico di strumenti finanziari. Eventuali decisioni che ne conseguono sono da ritenersi assunte dal cliente in piena autonomia ed a proprio rischio. Fineco declina ogni responsabilità circa eventuali danni lamentati in conseguenza delle decisioni di investimento assunte.

Alessio Pezzotti

Personal Financial Advisor
Ufficio

Via Salvagnoli, 6
50053, Empoli

Telefono

Mostra numero di telefono

Email

Mostra e-mail

Informative

COPYRIGHT © 2025

  • All Rights Reserved
  • Fineco Bank S.p.A.
Disclaimer

Le informazioni contenute nel presente sito internet sono curate da Alessio Pezzotti e non costituiscono in alcun modo raccomandazioni personalizzate rispetto alle caratteristiche del singolo lettore e potrebbero non essere adeguate rispetto alle sue conoscenze, alle sue esperienze, alla sua situazione finanziaria ed ai suoi obiettivi di investimento. Le informazioni contenute nel presente sito internet sono da intendersi a scopo puramente informativo. Trattasi di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto (cfr. art 69, comma 1, punto c, Regolamento Emittenti Consob e considerando n.79 della direttiva Mifid 2006/73/CE), con lo scopo di offrire un supporto informativo e decisionale ai propri lettori e ai clienti mediante l’elaborazione di un flusso informativo di testi, dati, notizie, ricerche e analisi attraverso le varie pubblicazioni. FinecoBank S.p.A. non si assume alcuna responsabilità in merito alla correttezza, alla completezza e alla veridicità delle informazioni fornite.